Riprendiamo il tema dei controlli radiometrici svolti all’interno del terminal per parlare questa volta di una serie di misure volontarie adottate a tutela della salute dei lavoratori che possono venire a contatto con merce contaminata.
Anche grazie al pressing dei rappresentati dei terminal in seno al Comitato di Igiene e Sicurezza del Porto, nel 2015 l’Autorità Portuale di Genova ha approvato un’ordinanza che introduce una serie di controlli radiometrici da eseguire all’interno del Porto di Genova in aggiunta a quelli previsti per legge. Si tratta di misure volontarie attuate per la prima volta in Europa nel Terminal di Voltri-Prà.
L’ordinanza prevede che il disponente della merce notifichi la presenza sulla nave di merce soggetta a sorveglianza e che il terminal o la compagnia portuale doti la prima squadra che sale a bordo di un rilevatore portatile di radiazioni. Questo permette di intercettare immediatamente eventuali anomalie.
Un altro aspetto dell’ordinanza è la definizione di tempistiche certe per i controlli. A garanzia dei partner e clienti del porto, si è stabilito che la merce soggetta a verifica debba essere monitorata entro 24ore dallo sbarco nei giorni feriali e entro le dodici del primo giorno lavorativo disponibile negli altri casi.
L’ordinanza è uno strumento di tutela importante per la salute dei lavoratori nell’esercizio della professione e testimonia l’impegno del Terminal a trovare e proporre soluzioni innovative per la gestione della vita portuale.
Una volta sbarcata, la merce soggetta a controllo è condotta in un’area delimitata, la R00, dove una sonda di tipo Gamma Tracer è in grado di eseguire un’analisi più dettagliata e monitorare eventuali radiazioni pericolose. I dati radiometrici rilevati sono condivisi in tempo reale con gli uffici dei capiturno e degli addetti alla Safety. La presenza dei questa dotazione tecnologica contraddistingue il terminal VTE nel panorama terminalistico italiano e non solo.
Che cosa succede nel caso la sonda dovesse rilevare delle anomalie? Entra in azione un piano di emergenza che prevede l’allontanamento temporaneo dei lavoratori, invio di una comunicazione al disponente della merce e l’intervento di un esperto qualificato, che adotterà le misure necessarie. Occorre precisare che fino adesso non c’è mai stata nessuna situazione di allarme.